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Pippo Franco, la sua comicità e l’incredibile carriera musicale

Iniezioni di sana bizzarria a melodie sempre orecchiabili

Assurdità
Cialtroneria
Nostalgia
Viralità
Voto in Pagella

5

Pippo Franco è stato un personaggio cult della commedia sexy all’italiana ed è, fin dagli anni settanta, uno dei volti più noti del varietà popolare della televisione italiana. E’ stato membro fisso della storica compagnia trash Bagaglino, ricoprendo il ruolo di presentatore in tutti i suoi spettacoli televisivi e teatrali.
A dirla tutta però, una leggenda afferma che il vero Pippo Franco morto nei primi anni ’80, assassinato da un proprietario terriero che lo trovò nel suo campo a raccogliere le mandorle, ed un noto settimanale stava per pubblicare le foto. Secondo chi sostiene questa teoria, la TV di allora osteggiò la pubblicazione della notizia e venne indotto un concorso per la ricerca di un sosia per sostituirlo.

L’attuale Pippo Franco sarebbe in realtà Salatino Fulvio Franco, un contrabbandiere del sud Italia.

 

L’exploit musicale

La sua carriera inizia come cantante e chitarrista in piccoli complessi alla fine degli anni cinquanta, scrivendo canzoni dai testi surreali.

Con uno di questi gruppi, la band I Pinguini (formato, oltre che da lui, da Cristiano Metz, Pino Pugliese, Giancarlo Impiglia, Armando Mancini e Aldo Perricone) fa il suo esordio nel 1960 nel film musicarello di Mario Mattoli Appuntamento a Ischia, accompagnando Mina nell’esecuzione delle canzoni La nonna MagdalenaIl cielo in una stanza e Una zebra a pois. Come cantante incide oltre una decina di album, tra cui: Cara Kiri (1971), Bededè (1975), Al cabaret (1977), Praticamente, no? (1978), Pippo nasone e Vietato ai minori (1981). Tra i brani più famosi Cesso, parodia delle canzoni d’amore giocata su terminologie scatologiche in forma di calembour.

All’attivo ha oltre una quindicina di 45 giri, tra cui numerosi successi come La licantropia (1969), che partecipa al Cantagiro. Si dedica successivamente a incidere dischi destinati al pubblico infantile, tra cui le sigle per alcuni programmi abbinati alla Lotteria Italia, come Isotta (1977) e Pepè (1986). Tra i primi posti nelle hit parade vi sono singoli legati alla sua partecipazione come ospite d’onore al Festival di Sanremo: Mi scappa la pipì papà (1979), La puntura (1980), Che fico (1982) (sigla televisiva del Festival), Chi chi chi co co co (1983, mutuata dal brano Kirie-Kirio dei Black Blood di Steve Banda Kalenga), Pinocchio chiò (1984).

Un’altra sua sigla televisiva, intitolata Dài lupone dài, chiudeva il programma Buonasera con… Alberto Lupo. Nel 2008 presenta una sua canzone al Festival di Sanremo, venendo però escluso dalla commissione giudicatrice.

Le sue opere restano in sostanza delle perle di stralunato nonsense, costruite sempre su ritornelli orecchiabili, che ne decreteranno lo status di cult proprio nel pubblico dei più piccini. Tuttavia ciò non esclude l’apparente superficialità dei testi, che a ben vedere denota la presenza, dietro le quinte, di un osservatore attento ed analitico verso un mondo contraddittorio.

Pippo Franco sembrerebbe quasi chiedersi: si, sono strambo e singolare, ma il mondo che mi circonda è davvero più normale di me?

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