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Kriss Kross, i baby fenomeni del rap anni ’90

Due piccole promesse dalla carriera davvero troppo breve

Assurdità
Cialtroneria
Nostalgia
Potenzialità
Voto in Pagella

3.5

Ho sempre pensato che le baby pop star non siano per forza becere operazioni commerciali, ma che ci siano tra di loro ragazzi e ragazze realmente dotati di talento, è questo soprattutto all’interno del mondo rap, hip hop e contemporary R&B (è il caso oggi, ad esempio, di Willow Smith o Keke Palmer).

Piccoli geni dei ’90

Quello del 1992 fu un anno in cui l’industria dello spettacolo puntò molto sulle piccole star e sulle bizzarie discografiche, basti ricordare in Italia i vari programmi TV dove si esibivano i piccoli geni (vi ricordate Bravo bravissimo condotto da Mike Bongiorno?). A differenza però del Jordy francese o del tizio che aveva tentato di far cantare il suo gatto i Kriss Kross erano un duo di ragazzini che possedevano realmente delle capacità artistiche, tanto che il loro secondo album Da Bomb, pur passando totalmente inosservato e decretando la fine del duo (fine che avvenne definitivamente con il loro inutile terzo album di cui praticamente non si ricorda più nessuno), si aggiudicò il Disco di platino e ci regalò piccole perle hip hop oggi dimenticate come il brano che da il titolo all’album (che vide la partecipazione di Da Brat), Sound of my hood e Freak da Funk.

Un disco, insomma, che pieno di atmosfere da film noir suonava molto più acido e oscuro rispetto al precedente Totally crossed out che ne aveva decretato il successo commerciale internazionale. Fu infatti quest’ultimo a farli conoscere al mondo o meglio, fu la hit “Jump” che li portò alla Billboard hot 100 per due mesi. Per capire bene le buone capacità dei KK basti pensare che il duo, composto da due ragazzini di 13 e 14 anni, fu scoperto da Jermaine Dupri, rapper americano che aveva fondato una sua casa discografica, lanciato artisti come Xscape ed Anthony Hamilton, prodotto lavori di Jennifer Lopez, Destiny’s Child, LL Cool J e collaborato con Usher, Mariah Carey e Ludacris, che furono scelti da Michael Jackson per il suo tour europeo (e ricordiamo che il mitico Michael sceglieva solo i migliori (basti pensare a Slash, Michael Jordan e Jennifer Batten), che comparvero nel video di un icona del rap come i Run DMC, che su di loro la SEGA realizzò anche un videogame e che furono inseriti in compilation storiche del rap (come RAP-Massimo Rispetto) insieme a nomi del calibro di Public Enemy e Cypress Hill.

L’inaspettata reunion

Poi, però, dopo alcuni anni, tutte le dorate promesse si spensero e il duo finì nel dimenticatoio. Forse se avessero continuato a seguire il primo frizzante stile alla Mc Hammer invece di darsi ad una specie di Cypress Hill style avrebbero avuto qualche speranza, o forse no, visto che quel genere di hip hop danzereccio stava oramai lasciando il posto ad altre tipologie e derivati del rap che spesso si univano al funky, al soul o alla musica soft. Nel 2007 tentarono anche una reunion ma il tutto finì nel modo più tragico possibile: uno dei due componenti fu trovato morto. All’inizio le cause furono sconosciute, ma dopo vari accertamenti fu accertata la morte per overdose. Finiva così in modo triste e doloroso la breve carriera di due ragazzi dalle belle doti e dalle notevoli capacità che, come già accaduto al bravo Macaulay Culkin, erano forse entrati in un gioco più grande di loro dove il talento da solo non bastava.

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