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Sulle impronte degli dei: La ONE-O-ONE e la Ciao Crem

Una coppia storica dell'alimentazione fast, creativa ed ipercalorica degli anni '80

Assurdità
Cialtroneria
Nostalgia
Convenienza
Viralità
Voto in Pagella

3.5

one-o-one-poveracciImpronte degli Dei è un libro del noto scrittore Graham Hancock che vuole dimostrare l’esistenza di una civiltà prediluviana mondiale partendo dall’analisi delle più famose megastrutture del passato, sostenendo che queste non sono state costruite dai popoli a cui sono state attribuite ma da una civiltà precedente di cui abbiamo perso le tracce.

Basandosi su ciò, il mio articolo segue questa falsa riga, volendo dimostrare che l’attribuzione di prodotto cult che fanno oggi molti siti nostalgici alla Nutella (in campo di crema spalmabile) o alle sole Coca Cola, Pepsi e Chinotto in campo di bevanda è da ritenersi errata, visto che prima dei ’90 ci sono reperti e prove certe dell’esistenza di due icone cult del genere che non appartenevano a quelle ufficiali.

Attenzione! Facciamo le dovute differenze: non sto parlando di prodotti del LIDL o del discount come Bianca Bontà o Frizzy Cola, ne di prodotti sottomarca o dell’equosolidale (tra l’altro tutti buoni, s’intenda) ma di veri e propri cibi e bevande cult che erano mitizzati e venerati ai tempi anche se oggi la memoria collettiva e storica li ha rimossi.

So che non sarà facile dimostrare all’archeologia ufficiale che queste esistevano, ma noi Indiana Jones del pornofood non ci tiriamo certo indietro a costo dell’accusa, da parte della comunità scientifica della retro cultura, di essere pseudodetrattori o fan di Vojager e Mistero.

 

La One-O-One

La One-o-One era una bibita lanciata dalla San Pellegrino simile alla Coca Cola, che si conquistò un nutrito numero di fan soprattutto tra i giovanissimi (tanto da essere reclamizzata subdolamente all’interno de I ragazzi della 3° C), causa il suo strano gusto che sapeva di…metà/fine anni ’80!

Difatti questa è l’unica definizione che riesco a dare del sapore di questa bevanda in quando appena la mettevi in bocca sentivi la seconda metà degli anni ’80 dentro, come se avessi dentro un DJ che “miscelava” (come si diceva un tempo) tutte le hit del periodo.

E’ difficile spiegare a chi non l’ha mai provata, ma era come se fosse stata fatta frullando insieme Michael Jackson, Deejay Television, Madonna, Jovanotti, Prince e tutto ciò che si poteva trovare in una bancarella di musica di quegli anni (le musicassette, le bandiere, gli adesivi dei teschi e del vagabondo, le tshirt degli Iron Maiden, le spille, le toppe, la croce di Appetite for destruction e il mirino dei Public Enemy).

Le testimonianze storiche sono questo spot e questo articolo de La Repubblica di Stefano Carli che, come già Omero prima di lui, ci racconta di una mitologica guerra messa in atto contro la Coca cola

Testimonianze storiche ne troviamo anche in reperti di epoche più recenti, come questo flano pubblicitario tratto da Topolino (che reclamizza la console Gameboy Nintendo in premio) e dal quale possiamo scorgere, pur se nascosta, la One-O-One.

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Ciao Crem e Ciao Crem 2

ciao-crem-poveracciPochi sanno che la pur unica e insuperabile Nutella non fu l’unica crema spalmabile presente sul mercato.

Ai tempi infatti c’erano Ergo Spalma della Plasmon (pubblicizzata, non si sa perché, da Asterix), Nucrema della Motta, Cremita, Nutkao e la nutella della Lindt, ma soprattutto c’era Ciao Crem che, prodotta dalla Star, forse era l’unico marchio che davvero poteva essere paragonato a livello di icona alla Nutella della Ferrero, esattamente come la Pepsi alla Coca cola.

Ciao Crem era buona, rinchiusa in una piccola confezione di vetro che poteva essere utilizzata anche come bicchiere e iconizzata da un bambino in bicicletta del tipo di quelli che vedevi sulle copertine di libri come Incompreso e Il piccolo lord offriva spesso concorsi a premi e numerosi regali come le figurine di Sandokan e dei pirati.

Ancora più cult è il suo sequel Ciao Crem 2, una crema di cioccolato ispirata al principio dell’Uno del filosofo Plotino, divisa in due gusti differenti ma che mangiati davano un solo gusto unico, in quando i due gusti ben divisi erano solo oggetti dell’esperienza umana e una volta provati le papille gustative li portavano al di là del molteplice nell’infinito trascendente dell’Uno.

Lo spot, di ispirazione futurista e marinettiana, era interpretato da un bambino macho e sciupafemmine, rappresentante il ragazzo tipo del gallismo anni ’80.

A conclusione della mia ricerca spero di aver spinto i più a non dare per scontato nulla di ciò che conoscono ed a mettere sempre in discussione le proprie certezze. Ricordate: la verità è là fuori!

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