tarpanotti-poveracci

A quà sa ball? La folkdance abruzzese di Tarpanotti

Tarpanotti for president! La discomusic in chiave folk

Assurdità
Cialtroneria
Nostalgia
Viralità
Voto in Pagella

5

Chi è ed oggi vicino alla quarantina non può non conoscere quello che è stato, nel bene e nel male, il fenomeno musicale di fine anni ’80 in Abruzzo.

Dai banchetti di dischi che presenziavano le maggiori feste patronali risuonavano da anni le cassettine degli Squallor: sembra ancora di risentire Berta o Tango 13 intervallati dalle hit di Gigione e Jo Donatello, mentre nello stand a fianco qualcuno vendeva palloncini colorati per bambini o arachidi tostati (sic!).

Poi improvvisamente, complici le innumerevoli radio locali del tempo, di diffuse come un virus un brano fuori dagli schemi, alieno a tutto quello che passava costantemente sui palinsesti. Una canzone che riprendeva sguaiatamente la melodia di Gimme Five di Jovanotti, impreziosendola con una voce quasi baritonale e un dialetto grottesco di chiara derivazione pescarese.

La canzone, pronta ad esplodere come pura dinamite mediatica, era intitolata Pije Le Fave (cogli le fave) ed era la prima hit del cantante dall’identità misteriosa Tarpanotti.

 

Chiedi chi era Tarpanotti

L’identità di Tarpanotti, tranne per noi ingenui ragazzetti del tempo, era cosa arcinota all’ambiente televisivo abruzzese.

Nel 1989 Vincenzo Olivieri, cabarettista e speaker pescarese doc, in quanto direttore artistico della defunta Radio Caesar inventa per gioco questo personaggio, che lo lancia come un siluro nel mondo delle discoteche locali.

Comincerà un tour estivo nelle principali piazze della regione, che sarà ricordato oltre che per il successo di pubblico ottenuto come una delle imprese più folli e bizzarre mai compiute dallo stesso cabarettista.

Un effetto domino che porterà alla diffusione capillare del 33 giri 4, 5, 6, Tarpanotti! e del meno fortunato Tarpanotti 2, la vendemmia, entrambi prodotti e distribuiti dalla Bess Records.

Ma il fenomeno virale era solo all’inizio: programmi TV, comparsate, videoclip e interventi radio e persino gadget e t-shirt correlate a Tarpanotti costituiranno il tormentone assoluto dell’estate 1989.

Un treno in corsa che sembrava non conoscere sosta e che attraversò trasversalmente tutti gli strati sociali e generazionali del periodo: bambini e ragazzi che ripetevano a memoria intere hit come Il mastro della vanga, Pije le Fave, A qua za balle

La meteora pescarese

Ma, riconosciamolo senza rimpianti, il fenomeno era talmente regionale e tecnicamente approssimativo (le copertine degli album erano orribili e la sovraesposizione del personaggio continua) che dopo pochi mesi si spense gradualmente, come l’entusiamo dello stesso Olivieri.

Il secondo album di Tarpanotti, uscito fuori tempo massimo nel 1992, non ottenne prevedibilmente grande seguito (nonostante le intuizioni musicali non fossero affatto banali).

Dispiace solo che, ad oggi, Olivieri non abbia voluto recuperare o aggiornare un personaggio potenzialmente imprevedibile come Tarpanotti, magari aggiornandolo alle moderne tendenze musicali.

Vi immaginate un ritorno del cantante, accompagnato dal sostegno che la fanbase potrebbe dargli tramite il web ed i social network?

Sarebbe un ritorno davvero “fregno”, come urlerebbe Tarpanotti!!!

 

Questo il geniale testo di Pije le Fave:

frika cumbà frika cumbà yeee ha haaa
frika cumbà mmmm
dai cumba vida quante ce ne sta pija li fave!
je buoooi

camonn

cuiete cuiete!
oh yooo
dai combà vida quante ce ne sta, cuia mo!
je buoooi

eravamo in quattro nc la giardinetta
ie rocco ughe e lu fije di cuncetta
ah ma ditta pietro nen ti scurdà
ka mammà sta cucinà

a lu fije di capece ci sa rotta la bbiella
e ci seme arrucilate abballa a na scarpata
nduvineta mbò addvem cascate
o pè la mi seria li fave combà!

hè! cuiene duie, sci li vuie!
mi li sfuie, naddre dduie!
hè! cuiene duie, sci li vuie!
mi li sfuie, naddre dduie!

dai combà chiappa qua arrimbia li saccoccie
pie li fave
cuje mo, vai combà!
dai combà chiappa qua arrimbia li saccoccie
pie li fave
ne avanze duie

pie li fave, compà!

je buoooi
quante em state furtunate vuje
vide li muscun che ci sta qua
è rrobba bona combà! frekt!
vai comba cuje mo!

je buoooi

era verse l’una
nze vedeva nisciun
quele quattr fave era probbie bun
ah ma ditt un ka sti part quà
ci sta nu kafone ka si po ncazza!

guarde mbo di là
chi è che starrivà
quill è nu kafone nch la zappa iem a scappa!
duva vi vaie di qua
disgraziat fermat sa
we ti so cchiappat ardamme li fave compà!

hè! cuiene duie, sci li vuie!
mi li sfuie, naddre dduie!
hè! cuiene duie, sci li vuie!
mi li sfuie, naddre dduie!

dai combà chiappa qua arrimbia li saccoccie
pie li fave
cuje mo, vai combà!
dai combà chiappa qua arrimbia li saccoccie
pie li fave
ne avanze duie

pie li fave
combà!
pie li fave
combà!
pie li fave
combà!

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