Zozzerie anni ’80, quelle gomme a forma di proiettile

Si potrà dire: "Magnavamo proiettili!"

Assurdità
Cialtroneria
Nostalgia
Convenienza
Viralità
In conclusione
Seppur junk food, un ricordo indelebile del periodo

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chewingum_proiettilePallottole gialle, rosse o verdi (ma forse dimentico le blu). Chewing gum che acquistavi a pochi centesimi al bar o in tabaccheria, senza confezione e raccolti dentro contenitori di plastica trasparente.

Erano i coloratissimi anni ’80, dove ad accompagnare i torridi pomeriggi d’estare c’era solo il bar del paese: la sala giochi dei grandi (scopa e briscola a go-go), quella per i ragazzi con i cabinet a doppio joystick e infine il lungo bancone, colmo di zozzerie alimentari e pile di schedine del totocalcio.

Prodotti originali e incredibili venduti spesso sfusi, con cromatismi innaturali e forme bizzarre. Perfetti per noi bambini ingenui  ma curiosi, che mai avremmo letto con attenzione quella microscopica voce ingredienti sul contenitore. Per fortuna.

 

Chewing gum, gelatine e frizzi pazzy

Non mancava di certo assortimento nell’offerta alimentare del periodo, che spaziava dal salato al dolce, propendendo soprattutto per quest’ultimo. Una personale classifica delle più celebri schifezze che mi tornano alla mente:

  • I chewing gum a forma di proiettile. Spariti misteriosamente nel nulla dopo una momento di onnipresenza. Sul web nemmeno una foto a ricordarli…
  • Le gelatine dei Masters of the Universe, coloratissime e lisergiche. La genialata dei produttori fu quella di spacciare la confezione come stampino regalo per creare il tuo personaggio col DAS. Da pestarli.
  • Frizzi Pazzy, una bustina rossa contenente microgranuli che messi in bocca “scoppiano” e per trasformarsi in gomma da masticare.
  • Le PIP, ovvero le caramelle del fumatore, dal sapore amarissimo. Se le compravi eri sospettato di fumare, quindi un prodotto ad alto tasso di trasgressione per noi ragazzini
  • Le gomme alla Coca Cola dal colore marroncino trasparente. Ne ho un ricordo vaghissimo, ma pensare che un prodotto solido avesse il sapore di un liquido fu davvero sconvolgente!

 

Il deficit di marketing della nuova scuola

Oggi nei bar mi soffermo sugli scatoloni con illustrazioni ipercinetiche dei bar. Mi fanno tristezza, perchè sembrano un reboot senza emozioni della vecchia scuola: come se Ben Ten potesse surclassare Drangonball, per capirci.

La dinamica dei “prodotti impossibili” è la stessa, con gusti folli come gomme all’anguria e mix deliranti di aromi sperimentali. Non giudico la qualità dei prodotti, ma la poesia commerciale che latita nella promozione.

Sono prodotti che non emergono nella massa multiforme di sottoprodotti che un qualsiasi bar può offrirti. Peggio, si confondono  con la cassa ormai sommersa di gratta e vinci e stronzate simili. Si percepisce la  mancanza di coraggio e sperimentazione che attraversa tutto il processo, dall’ideazione alla presentazione finale del prodotto. Persino i bambini di adesso, scafati come sono, sembrano ignorarli aprioristicamente. Li guardano ma non li sognano.

Prova a chiudere gli occhi e immagina quei pomeriggi di sole quando entravi nel bar che sembrava immenso. Cosa ricordi? Quale prodotto è rimasto impresso nella tua memoria, tanto che ne ricordi persino il profumo?

 

 

 

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